Via Nuova: dopo quattro anni e mezzo la riapertura

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E' stata scritta una pagina di storia contemporanea della Città di Valmontone.

Data:

15 Novembre 2025

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Oggi, sabato 15 novembre 2025, una giornata storica per Valmontone: a quattro anni e mezzo dalla frana, è stata riaperta  via Nuova, la principale strada di accesso al centro storico.

Era il 21 marzo 2021 quando la città si svegliò con un pezzo di strada crollato, portando giù anche il marciapiede.

Per fortuna, qualche giorno prima, un giovane residente della zona aveva segnalato una lesione sospetta e la via era stata chiusa e messa in sicurezza.

E nessuno si è fatto male.

Fin da subito, l’Amministrazione comunale della Città di Valmontone si adoperò per reperire i fondi per la ricostruzione.

Dalle indagini effettuate, venne fuori che quella via era stata costruita, al termine della guerra, utilizzando come base le macerie del bombardamento di Palazzo Doria Pamphilj.

Prima, quindi, era necessario mettere in sicurezza tutto il costone.

Un’opera di alta ingegneria che, fin dalla sua elezione a primo cittadino, ha impegnato il sindaco Veronica Bernabei, l’Ufficio Tecnico comunale e i diversi progettisti, per fare in modo che tutto rientrasse nei tempi previsti.

Obiettivo raggiunto, visto che la via Nuova è stata completata e riconsegnata alla città.

Nel suo intervento, il sindaco ha ricostruito i passaggi principali dell’opera, realizzata in tre diversi lotti.

La parte più difficile, come sempre in questi casi, è stata quella del reperimento dei fondi: tra Regione Lazio e Ministero sono stati stanziati ben tre milioni e mezzo di euro.

Per mettere in sicurezza il costone su cui poggia la via sono stati realizzati ben 34 pali di cemento, di 80 centimetri di diametro con una profondità di 16 metri e mezzo (nel lotto 2) e ulteriori 48 pali di cemento, di 80 centimetri di diametro e profondi tra i 18 e i 25 metri (nel lotto 3).

Sulla parte alta, in particolare, è stato necessario utilizzare un sistema che ha un solo altro esemplare in tutta Italia.

Un’opera di alta ingegneria che ha richiesto competenze di eccellenza.

Prima della benedizione del parroco don Antonio e di don Paolo, sono state consegnate delle targhe ai progettisti, alle imprese e all’ex sindaco Alberto Latini.

L’inno d’Italia cantato dal coro della New Music Academy e l’esibizione della banda musicale e delle majorettes hanno anticipato e accompagnato il momento del taglio del nastro, vissuto con gioia e senso di liberazione da tutti i presenti.

Importanti ringraziamenti vanno a chi questo risultato lo ha reso possibile: i progettisti, le imprese, i direttori dei lavori, l’Ufficio Lavori Pubblici – in particolar modo il dirigente ing. Massimiliano Petrassi e il responsabile ing. Daniele Brini – il Genio Civile, la Regione Lazio e il Ministero.

Un grazie per la loro presenza al all’on. Eleonora Mattia; al vicesindaco della Città Metropolitana, Pierluigi Sanna; al sindaco di Labico, Danilo Giovannoli e al consigliere comunale di Zagarolo Mariangela Protani.

Grazie agli ex sindaci presenti, Valerio Cannone e Angelo Angelucci.

Un ringraziamento va anche all’Amministrazione comunale presente: agli assessori e ai consiglieri comunali.

Un grazie sentito anche a chi ha lavoratodietro le quinte”: Claudio Pasquazi per le foto; la famiglia Bono per i fuochi; l’artista Benedetto Zappalà per il portale; il professor Gaetano Pontecorvo per il contributo storico; l’Ufficio Cerimoniale e lo Staff del Sindaco per l’organizzazione dell’evento; Massimo Sbardella per aver coordinato la manifestazione; l’azienda Cerci Trasporti e Servizi per aver gestito l’allestimento.

Sinceri ringraziamenti anche alla Banda e alle sue majorettes; alle majorettes della Blue Star per aver arricchito l’evento a suon di musica; alla New Music Academy per aver intonato l’inno, e a Vivenda per aver offerto il buffet.

Grazie a Vivenda per il buffet e a MA Supermercati per le bevande offerte.

Un grazie ai ristoranti e ai bar del centro storico, a tutte le associazioni presenti, alla Croce Rossa, alla Protezione Civile, ai parroci di tutte le parrocchie della città e ai frati del convento di Sant’Angelo.

E poi un grazie che pesa più degli altri: alle famiglie evacuate e a tutti i residenti del centro storico, per la pazienza e i sacrifici di questi quattro anni.

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