Traendo ispirazione dalle pitture realizzate solo l’anno prima nel palazzo del Quirinale, Gaspard Dughet vi ha realizzato un sistema di architetture delineando, lungo le pareti, un colonnato sormontato da una trabeazione oltre il quale si possono scorgere estesi brani paesistici quasi ritratti “dal vero”, sia pur attraverso il filtro di una visione della natura e di una luce idealizzanti. Completa la decorazione dell’ambiente il sistema architettonico della volta. Qui lungo il perimetro dell’imposta corre una sorta di terrazza, delimitata da balaustrate e ringhiere, dalla quale si affacciano gruppi di giovani dame – una delle quali identificata nella figlia del principe Camillo, Flaminia Pamphilj – accompagnate da un cavaliere dal capello piumato. Alle loro spalle un cielo luminoso, appena oscurato da fronde di alberi e sulla sommità della volta nel riquadro centrale lo stemma partito di Camillo Pamphilj e della moglie Olimpia Aldobrandini.
Il “salotto dipinto”, così indicato begli antichi inventari della famiglia Pamphilj, fu dipinto da Dughet in tempi assai brevi tra l’estate e l’autunno dell’anno 1658, 1659, con la collaborazione dell’amico Guillaume Courtois, al quale si devono, come ben precisato dagli studi e da disegni preparatori, anche i ritratti delle “belle” di famiglia.